Ultima novità in quanto ad attrazioni da visitare a Londra è il primo Museo dell’Empatia esistente al mondo. Più che qualcosa da vedere è sicuramente un momento da vivere, un’esperienza partecipativa e coinvolgente con il fine ultimo di risvegliare nell’uomo il “potere” dell’empatia, la capacità di mettersi nei panni degli altri e comprendere la vita altrui, le sue difficoltà, percepirne le diversità. Un intento ambizioso quanto rivoluzionario.
“[..] we now live in such a hyperindividualistic world that our empathic capacities are rapidly being eroded. Our failure to appreciate other people’s viewpoints, experiences and feelings is at the root of prejudice, conflict and inequality. Empathy is the antidote we need.”
(oggi viviamo in un mondo talmente iper-individualista che le nostre capacità empatiche vengono rapidamente erose. La nostra incapacità di apprezzare punti di vista, esperienze e sentimenti degli altri è alla radice del pregiudizio, del conflitto e della disuguaglianza. L'empatia è l'antidoto di cui abbiamo bisogno).
Sono le parole con cui Roman Krznaric spiega il principio alla base del suo ultimo progetto: il Museo dell’Empatia, un programma internazionale itinerante della durata di due anni, che esiste anche online. Lo scorso 4 settembre, è partita a Londra la prima installazione, “A Mile in My Shoes” (un miglio nelle mie scarpe), permanente fino al 27 del mese.
Sulle rive del fiume Tamigi è visibile al pubblico una scatola di scarpe gigante ed è lì che ha luogo un negozio interattivo. Ai visitatori viene chiesto di vestire letteralmente i panni di uno sconosciuto, o meglio le sue scarpe, e camminare per un miglio lungo la riva del fiume mentre una narrazione vocale racconta tutto sulla vita di questa persona. E’ l’avventura esperienziale unica di guardare il mondo attraverso gli occhi di qualcun’altro.
Filosofo e scrittore contemporaneo, Roman Krznaric decide ora di dedicarsi all’empatia, parola che già nel 2014 compare come titolo del suo libro ”Empathy”. Krznaric è convinto infatti che l’empatia sia tutt’altro che una bella idea, che sia piuttosto qualcosa di ardente e radicale, con un forte potenziale rivoluzionario. Il suo museo si concretizza in uno spazio fisico e una comunità digitale dedicati allo sviluppo della capacità di empatia per una rivoluzione globale delle relazioni umane. "L'empatia ha questo straordinario potere del cambiamento sociale " spiega Krznaric.
Il museo utilizza inoltre altre interessanti ricette come la Human Library e i suoi Living Books - una biblioteca dove anziché prendere in prestito libri, si può scegliere una persona con cui chiacchierare - o il Dialogo nel buio per una conversazione fatta di sola voce.
Nel nostro mondo siamo tanti, diversi e spesso chiusi nelle nostre convinzioni, dovremmo imparare tutti a guardare la vita da una prospettiva diversa in quanto a cultura, generazione e contesto sociale. La speranza è che l’esperimento funzioni. Voi che dite?