VIVILONDRA.it ha intervistato Caparezza durante il tour europeo di "Museica". Prima del concerto al Koko di Londra abbiamo raggiunto telefonicamente l'artista pugliese per una breve, ma intensa, chiacchierata su immaginazione, scrittura e diaspora italiana. L'intervista è di Gloria Danili. Ringraziamo TIJ Events per la collaborazione.
Ecco la trascrizione completa dell'intervista, a cura di Gloria Danili:
GD: Pronto? Ciao Michele, sono Gloria di VIVILONDRA.IT, grazie mille per questa intervista telefonica. Dunque...
La prima domanda che vogliamo farti riguarda l'IMMAGINAZIONE. Poco tempo fa hai dichiarato, dostoevskijanamente, che "l'immaginazione salverà il mondo"...A tuo parere l'arte, l'immaginazione, serve per vivere o per sopravvivere? È un mezzo di rivoluzione collettiva o una via di fuga per la sopravvivenza del singolo? Puoi approfondire cosa rappresenta l'immaginazione per te?
C: Guarda, parto alla spicciolata dalla cosa più semplice. L'immaginazione... non so se potrà cambiare il mondo, ma sicuramente può cambiare la vita di una persona, nel senso che può rendere più sopportabile la realtà. Difatti secondo me è una conseguenza della mancata accettazione della realtà, o comunque del non accontentarsi di quella che è la realtà circostante. Immaginare è sognare nuovi mondi.
Se vogliamo vederla in maniera più ampia, alla base di ogni rivoluzione sociale c'è l'immaginazione: l'immaginare una condizione migliore, per esempio. Quindi da questo punto di vista può essere interessante collocare l'immaginazione all'inizio di qualsiasi rivoluzione...
Penso che Martin Luther King immaginasse un mondo diverso dalla società in cui è nato, e il potere di ciò che ha fatto deriva dall'avere immaginato una condizione migliore. Se vogliamo parlare dal punto di vista religioso... bhè, tutto si basa sull'immaginazione. Centinaia di libri sacri sono basati sulla pura immaginazione, che per qualcuno diventa realtà...
Cosa c'è dopo la morte? Ci tocca immaginarlo, perché non lo sappiamo... Io penso che l'immaginazione sia un po' alla base di tutto...Non so se – e a volte me lo sono chiesto -, sia questa la reale differenza tra noi e qualsiasi altro tipo di essere vivente che non sia l'uomo...Le persone povere d'immaginazione sono le più tristi, perché sono quelle che secondo me non hanno nemmeno voglia di conoscenza... conoscenza che poi ti porta al confronto.
Quando immagini, hai voglia anche di confrontarti con l'immaginazione degli altri....Io penso che l'arte sia tutto. Nella mia vita rappresenta un'àncora di salvezza ... potrei dire che è la mia religione. Oggi stavo girando x il cimitero di Parigi dove ci sono varie tombe "famose" tra cui quella di Jim Morrison, e pensavo quanti ragazzi, col chiodo e vestiti da rockettari, magari contestatori, siano andati in pellegrinaggio alla tomba di Jim Morrison.. quello è un pellegrinaggio, e non è tanto diverso da quello a Medjugorje...Hanno semplicemente sostituito un Dio o una Madonna con Jim Morrison...È come se ci fosse dentro di noi questa voglia di sacralità continua, in cui ognuno si immagina il suo dio come vuole.
GD Il pezzo "China Town" (traccia numero 9 di Museica, ndr) è un'ode, un inno alla SCRITTURA che per te è da sempre un'esigenza, una necessità costante, quasi una droga, una dipendenza. Vorremmo sapere qualche curiosità su dove e quando nasce in te l'ispirazione, se scrivi di giorno, se ti svegli nel cuore della notte, perché come dici "è quasi mattino, c'è sempre una penna sul comodino"... qual è il tuo rapporto con la scrittura dei testi.
C: Non c'è un momento... anche se per esempio durante un tour difficilmente riesco a scrivere...Scrivo molto spesso quando mi fermo, quando ho accumulato un po' di pensieri... Sono uno che non parla molto ... - non nelle interviste, come vedi! – ma con le persone... difficilmente, anche quando ho un problema, mi confido. Generalmente tengo tutto dentro, in una sorta di contenitore di cui sollevo il tappo probabilmente quando mi viene voglia di cominciare a scrivere quello che mi ha suscitato la vita...
In particolar modo in questo disco dedicato all'arte sentivo il bisogno di scrivere questa canzone sull'inchiostro che è stato uno degli elementi che mi ha cambiato la vita, concretamente... però non sono uno di quelli che prende la penna e dalla mattina alla sera scrive.. non sono uno scrivano ecco...Sono uno che lo fa quando è il momento, e mi piace ancora la gestualità, mi piace ancora la penna... mi sento ancora molto analogico in un mondo così digitale.
GD: La terza domanda una questione che anche a noi di VIVILONDRA.it sta molto a cuore: GLI ITALIANI ALL'ESTERO. Durante questo tour europeo (organizzato da TIJ Events, ndr) stai incontrando molti italiani che vivono all'estero, chi è appena arrivato e chi vive lontano dall'Italia ormai da tempo... chi in fuga e chi per scelta. Tu oggi, consiglieresti di rimanere in Italia e continuare a combattere "dall'interno" nonostante tutto oppure andare all'estero, arricchirsi di esperienza, e prima o poi tornare in Italia? Cosa ne pensi della sempre maggiore emigrazione dei nostri connazionali oltre i confini dello stivale?
C: In realtà si crea sempre una specie di equivoco...Avessi avuto 20 anni me ne sarei andato sicuramente dall'Italia...Ma anche solo per fare esperienza. Io penso che lo stato in cui nasci è un po' come i genitori: lo ami a prescindere perché ci sei nato, lo accetti perché rappresenta la tua natività, quindi è come se fossero i tuoi genitori ... però arrivati all'età della ragione ognuno può fare della sua vita quello che vuole, a un certo punto...
La vita di una persona è estremamente più importante della vita di uno stato. Io la penso così... cioè, che senso ha fossilizzarsi a vivere in una nazione in cui non cambierà mai nulla? Tanto vale girare il mondo... però allo stesso tempo, siccome ci sono tante persone che, perché hanno una famiglia, o altri motivi per cui hanno voglia di vivere e rimanere in uno stato, dev'essere permesso loro di farlo. Sono totalmente a favore delle persone che per scelta decidono di vivere fuori dall'Italia... anche di quelle che magari cambiano stato ogni anno... secondo me fa bene, fa bene alla conoscenza... rimanere chiusi tra le proprie mura crea dei mostri, e quindi secondo me è importante andare fuori, confrontarsi con gli altri, con le altre culture, perché la conoscenza è davvero un patrimonio...
E nello stesso tempo non biasimo le persone che hanno scelto di rimanere – e io sono una di queste – ma, ti ripeto, perché adesso ho 41 anni, e certo quando avevo 20 anni avevo più speranze... Sono stato anche io a mio modo un piccolo "migrante", nel senso che dalla Puglia sono andato a Milano per un po' di tempo, poi sono tornato in Puglia. Però fondamentalmente rimanere dentro e combattere, per me è una cosa superata... Non credo ci sia più niente da combattere... e soprattutto non credo ci sia da combattere, ma che ci sia da accettare questa realtà spietata, visto che sono anni che si continua a combattere contro i mulini a vento...
Allora tanto vale vedere cosa succede fuori, ... magari con un bagaglio culturale di ciò che succede nelle nazioni dove funziona qualcosa si può ritornare e combattere, ma solo dopo essere stati "fuori"... Gran parte degli artisti, pittori, scrittori... i più "grandi" sono quelli che sono stati fuori dal loro paese e magari poi sono tornati, però l'esperienza altrove l'hanno fatta. Penso ai pittori, che sono i protagonisti del mio ultimo disco, e a quanti di loro hanno avuto esperienze nei posti interessanti della pittura che non erano quelli in cui sono nati...
In Puglia abbiamo ad esempio De Nittis, un impressionista che ha fatto esperienza in Francia... ma vale anche per Van Gogh e per qualsiasi artista... Gli artisti hanno fame di conoscenza, e quindi vanno, migrano...però chi è costretto per fame, fame vera – e non fame di conoscenza- non va bene... mi piacerebbe potesse vivere nel suo stato.
GD: Durante il tuo PERCORSO PERSONALE x arrivare a fare musica, sei partito da un piccolo paese della punta dello stivale (Molfetta) e sei arrivato a tenere concerti a Los Angeles e Miami (i prossimi 6 e 8 novembre, ndr). Suppongo ci siano stati anche dei no, dei momenti in cui volevi mollare tutto, magari un mentore che ti ha supportato perché credeva in te.... Cosa consiglieresti ai SOGNATORI di oggi?
C: Eh,.. consiglio...di non svegliarsi! Perché la realtà è talmente banale che un sognatore viene piegato dalla realtà. Un sognatore sogna perché sogna, e quindi il sognatore deve vivere secondo me in una bolla dove deve proteggersi dall'esterno col suo sogno... e se può, provare a cambiare le cose.
Da questo punto di vista, io l'ho scritto in una canzone di diversi anni fa, dal titolo "Abiura di me" La prima frase era "Se pensi che possa cambiare il mondo ti sbagli alla grande. È già tanto se mi cambio le mutande"... questo rappresenta la mia personale visione della realtà... io il mondo non posso cambiarlo, nessuno lo può cambiare perché è una cosa troppo grossa.. magari si può cambiare il rapporto col vicino di casa, che è già tanto.. e se ognuno lo facesse, probabilmente vivremmo tutti in un mondo migliore... E poi anche qui... tanti artisti hanno fatto le lotte per cambiare il mondo e non riuscivano neanche a gestire... due figli!
GD: In coda avremmo un'ultimissima richiesta: potresti fare un saluto o una dedica personalizzata per VIVILONDRA.it?
C: Questa è una dedica personalizzata a VIVILONDRA.it...Sperando che, aldilà del punto IT, si possa vivere Londra nella migliore delle maniere possibili!
GD: Bellissimo augurio, grazie mille Capa! Ci vediamo domenica al concerto qui a Londra!
C: Ok, ciao!
Caparezza è in concerto domenica 12 ottobre 2014 al Koko di Londra.
Info e biglietti disponibili su Ticketweb.
L'evento è organizzato da TIJ Events.